La preservazione della fertilità femminile è definibile come l’insieme di procedure che, attraverso il prelievo e la conservazione di ovociti o in casi selezionati di porzioni di tessuto ovarico, permette di ridurre il rischio di fallimento riproduttivo nella donna.
I motivi per cui si ricorre a queste procedure possono essere di natura medica o sociale.
Il primo caso interessa donne che potrebbero vedere ridotta la loro futura capacità di concepire un figlio perché devono sottoporsi a particolari terapie o trattamenti (per esempio un intervento chirurgico, protocolli chemioterapici o radioterapici, nonché a seguito dell’assunzione di alcuni immunosoppressivi). Il secondo caso è invece relativo alla scelta personale di mantenere le proprie potenzialità riproduttive nel tempo, per esempio per programmare una gravidanza in un secondo momento o semplicemente perché non si è ancora individuato il partner più adeguato con cui avere un figlio.
In entrambi i casi, la crioconservazione degli ovociti rappresenta una tecnica efficace, sicura e del tutto standardizzata per contrastare la graduale perdita delle capacità riproduttiva femminile che, come è noto, tende a diminuire fisiologicamente al superamento dei trentacinque anni di età.
Sommario
Cos’è e come funziona la crioconservazione degli ovociti
La crioconservazione degli ovociti consiste, essenzialmente, nel loro congelamento ed è più efficace quanto maggiore è il numero di ovociti ottenuti a seguito della stimolazione dell’ovaio con particolari ormoni, che permetteranno di ottenere più ovociti maturi contemporaneamente (in condizioni naturali, si verifica invece la maturazione di un solo ovocita al mese). Il trattamento di stimolazione ovarica viene eseguito con specifici farmaci e ha una durata di 12/14 giorni: si tratta di un passaggio preliminare assolutamente fondamentale perché la tecnica abbia successo.
La fase di prelievo degli ovociti maturi avviene in sedazione profonda durante una ecografia transvaginale e tramite un processo di aspirazione: la procedura è poco invasiva e rapida (dura generalmente circa quindici minuti) e causa pochissimo discomfort alla paziente. Successivamente, si procede alla vitrificazione degli ovociti prelevati, ossia al loro congelamento a bassissime temperature (vengono immersi in azoto liquido a una temperatura di circa -196°C). Questo stato di congelamento, che viene raggiunto in pochi secondi, permetterà la loro totale stabilizzazione fino al momento dell’utilizzo.
La crioconservazione degli ovociti è un metodo molto efficace, che mantiene del tutto inalterate le caratteristiche degli ovociti al momento della vitrificazione, ma nel contempo delicato perché non tutti gli ovociti sopravvivono al momento dello scongelamento. I rischi della procedura sono minimi, e sono legati alla stimolazione ovarica e alla fase di prelievo: in ogni caso, le loro specificità verranno sempre valutate caso per caso dall’equipe medica e comunicate per tempo alla paziente.
Questo trattamento di preservazione della fertilità femminile è fortemente consigliato a donne di età inferiore ai trentasei anni, per avere ovociti di migliore qualità e più resistenti allaprocedura di scongelamento; in realtà è possibile crioconservare gli ovociti anche in donne di età superiore a 36 anni, ma l’efficienza del processo si abbassa ed è quindi necessario crioconservare un maggior numero di ovociti per ottenere gli stessi risultati.
La gravidanza ottenuta da ovociti crioconservati è identica a una gravidanza naturale
È importante sottolineare inoltre che la gravidanza ottenuta attraverso la fecondazione degli ovociti crioconservati è in tutto e per tutto identica a una gravidanza naturale, sia nello sviluppo dell’embrione, che nei sintomi durante la gestazione, che nei rischi per la salute del bebè successivamente alla nascita.
Nel momento in cui la paziente sceglierà di perseguire una gravidanza, si procederà alla de-vitrificazione degli ovociti crioconservati, alla loro fecondazione in vitro con il seme del partner (o di un donatore, a seconda che la procedura di PMA sia omologa o eterologa) e, infine al trasferimento degli embrioni (Embryo Transfer) ottenuti nell’utero della donna. Va inoltre specificato che anche gli embrioni in sovrannumero potranno essere a loro volta crioconservati per poter essere impiegati in successivi trasferimenti intrauterini.
A partire dal trasferimento in utero degli embrioni, non sarà riscontrabile alcuna differenza tra una gravidanza così ottenuta e una gestazione ad esordio spontaneo.
Eugin dispone di un trattamento di crioconservazione degli ovociti tramite vitrificazione: si chiama Time Freeze®.
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