Attualmente, quasi il 30% della popolazione europea soffre di una o più forme allergiche e, contestualmente, si registra anche un incremento di problematiche legate alla fertilità. Dal momento che entrambe queste condizioni sono connesse al sistema ormonale e immunitario, è lecito chiedersi se esista una relazione causale tra di esse.
Prima di entrare nel merito della questione, è però opportuno procedere ad alcune puntualizzazioni. La prima riguarda l’origine dell’allergia, che di fatto rappresenta una reazione dell’ipersensibilità del sistema immunitario e che genera conseguenze immunologiche anche molto diverse a carico dell’organismo. Allergie tipiche e molto diffuse includono la bronchite, la dermatite atopica, la rinite, l’asma atopica, la congiuntivite allergica.
Tipicamente, i sintomi allergici sono il risultato di additivi alimentari naturali e artificiali, spezie, polline, muffe, pelo di animali, sostanze chimiche e di altro tipo che, entrando quotidianamente in contatto con l’organismo, stimolano una reazione negli individui ipersensibili e generano conseguenze a carico dell’apparato respiratorio o digerente oppure a livello cutaneo. Di fatto, quindi, la risposta a un allergene crea infiammazioni locali che sono il risultato di una reazione del sistema immunitario.
Tali infiammazioni possono inficiare anche la fertilità, soprattutto nelle donne? In effetti, sì. La risposta a un allergene può causare infiammazioni locali e incentivare la presenza di cellule infiammatorie nel flusso sanguigno. Per questa ragione, l’infiammazione allergica può influenzare secondariamente anche il sistema riproduttivo, mediante reattività con gli ormoni sessuali, in particolare con gli estrogeni. Il risultato di queste interazioni è, da un lato, l’aumento della sensibilità agli allergeni, e dall’altro l’aumento degli estrogeni stessi. Per valutare come le allergie influiscano sulla fertilità femminile, possiamo prendere in esame tre fattori, ovvero la regolarità del ciclo mestruale, il tempo di concepimento e il tasso di fertilità.
Diverse ricerche epidemiologiche indicano che dal 15% al 20% delle donne soffre di irregolarità nel ciclo mestruale, la quale potrebbe dare luogo a difficoltà di concepimento. Contestualmente, uno studio condotto su quasi novemila donne del nord Europa ha indagato il legame tra asma e allergie respiratorie e irregolarità del ciclo mestruale, notando una prevalenza di sintomatologie allergiche nelle donne con periodi mestruali irregolari.
Per quanto riguarda invece il tempo di concepimento (TTP), si tratta di un dato che indica quanto tempo impiega una coppia a concepire un figlio. Analizzando la relazione esistente tra TTP e asma, uno studio scientifico ha evidenziato che il tempo medio richiesto a una donna asmatica per ottenere una gravidanza è superiore a quello richiesto a una donna che non soffre di questa condizione. La percentuale di asmatici con TTP maggiore di un anno è stata del 27% contro il 21,6% dei non asmatici.
Ciò significa che l’infiammazione cronica ha un effetto notevole sulla fertilità poiché incrementa il tempo necessario a concepire, e che le conseguenze del processo infiammatorio a carico delle vie aree inferiori impattano la funzionalità del sistema riproduttivo femminile.
Infine, il tasso di fertilità è il numero di nati vivi per mille donne. Una ricerca condotta nel Regno Unito rileva, in questo senso, che tale valore è simile per le donne affette da asma e rinite allergica e per quelle che non presentano questa problematica.
Possiamo dunque affermare, sulla base delle evidenze scientifiche esistenti, che le donne allergiche hanno un ciclo mestruale più irregolare e un tempo di concepimento più lungo rispetto alle donne non allergiche, ma che la malattia allergica non influisce sul tasso di fertilità, che è simile a quello delle donne sane. Il mio consiglio in caso di difficoltà a raggiungere una gravidanza dopo 6 – 12 mesi di rapporti non protetti, specie in caso di età della donna superiore ai 35 anni o in caso di presenza di altre problematiche, è comunque quello di rivolgersi a uno specialista, per indagare insieme le possibili cause e programmare eventualmente un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita.
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Autore: Dottor Claudio Brigante, Coordinatore del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi degli Istituti Clinici Zucchi di Monza, del Gruppo San Donato