Come è noto, gli ormoni sintetizzati e rilasciati dal sistema endocrino determinano, in sinergia con il sistema nervoso, il corretto funzionamento dell’organismo nella sua interezza.
Nel mio ruolo di nutrizionista presso Clinica Eugin, sono consapevole dell’importanza di mantenere un adeguato equilibrio ormonale non solo nel contesto di una buona salute generale ma anche riproduttiva. Lo conferma anche il dottor Domenico Carone, Coordinatore Medico di Clinica Eugin Taranto e dell’ambulatorio Eugin di Bari: “Ripristinare il corretto equilibrio ormonale mediante l’alimentazione e uno stile di vita sano è fondamentale per prevenire i problemi di infertilità o migliorare le possibilità di successo di eventuali trattamenti.”
Concordo con il collega anche in merito al l’importanza di rivolgersi a centri specializzati che sappiano seguire la coppia lungo l’intero percorso, prendendosi cura di fornire anche consulenza mirata dal punto di vista nutrizionale: soltanto in questo modo sarà infatti possibile considerare l’insieme dei fattori che contribuiscono al miglioramento della fertilità e, di conseguenza, della possibilità di concepimento.
Sommario
Come mantenere un corretto equilibrio ormonale
Il mantenimento di un corretto equilibrio ormonale è un’operazione delicata e complessa, e sarebbe errato pensare che un disturbo endocrino possa risolversi semplicemente assumendo integratori o mettendo in tavola determinati alimenti.
È invece essenziale un approccio integrato e capace di agire a vari livelli, il primo dei quali sarà relativo al miglioramento delle abitudini quotidiane e dello stile di vita.
La pratica regolare di attività fisica, associata a una riduzione dei livelli di stress, all’attenzione alla qualità del sonno e al rispetto dei ritmi circadiani saranno in questo senso le prime indicazioni da seguire. Contestualmente, si rivelerà fondamentale smettere di fumare e ridurre il consumo di caffeina, evitare di assumere bevande alcoliche o zuccherate e di abusare di farmaci da banco, in particolare antinfiammatori.
Nell’ambito delle buone abitudini consigliate per incrementare la fertilità e quindi, di riflesso, le possibilità di concepimento, figurano inoltre una corretta idratazione lungo l’intero arco della giornata e una riduzione sensibile dell’esposizione a metalli pesanti e a interferenti endocrini di varia natura.
Contestualmente, l’alimentazione giocherà un ruolo altrettanto importante: la dieta dovrà essere varia ed equilibrata, associata ad alcuni accorgimenti che illustriamo a seguire.
Gli ormoni sessuali e il colesterolo
Esistono diverse tipologie di ormoni nell’organismo: alcuni con una natura proteica, altri di origine lipidica, e altri ancora derivanti da amminoacidi modificati. È questa la ragione per cui una sana alimentazione quotidiana dovrà prima di tutto soddisfare il fabbisogno di grassi e proteine, che sono precursori ormonali.
Per quanto riguarda invece gli ormoni sessuali, come testosterone, progesterone ed estrogeni, essi derivano da un grasso di origine animale chiamato colesterolo.
Si fa spesso l’errore di demonizzare i grassi, ma è importante inserire nella dieta grassi non saturi derivanti da alimenti quali olio extravergine di oliva, frutta secca a guscio, avocado, cacao amaro e semi oleosi, preziosi alleati in un regime dietetico volto a sostenere l’equilibrio ormonale. Per apportare sufficienti quantità di colesterolo, consiglio inoltre di consumare uova biologiche o da galline allevate a terra. Fondamentale anche un buon apporto di Omega-3 – un acido grasso che aiuta a combattere l’infiammazione – di cui è ricco il pesce azzurro, come ad esempio sgombri, alici, sardine. Molecole precorritrici di Omega-3 si trovano anche in alcuni alimenti vegetali, come noci, semi di lino e semi di chia.
L’insulina e l’equilibrio glicemico
Va tenuto presente che l’insulina è un ormone che, da solo, ha la capacità di influenzare l’intero asse endocrino. Per questa ragione, l’alimentazione atta a garantire un corretto equilibrio ormonale dovrà necessariamente essere a basso carico glicemico, così da prevenire eventuali picchi glicemici che, a loro volta, daranno luogo a picchi ematici di insulina. L’insulinoresistenza così generata potrebbe avere ripercussioni anche sensibili a livello riproduttivo, ad esempio provocando assenza di ovulazione – una condizione, quest’ultima, correlata anche a una patologia grave come la sindrome dell’ovaio policistico.
Per mantenere un ottimale equilibrio glicemico, il suggerimento è di evitare zuccheri semplici, cereali raffinati e dolci di varia natura, compresi spuntini apparentemente “dietetici” quali barrette ai cereali e yogurt alla frutta. La quantità di zuccheri presenti in un vasetto di yogurt alla frutta – anche se classificato come magro o light – è molto elevata e, inoltre, privando lo yogurt intero della sua naturale quota di grassi, l’assorbimento degli zuccheri viene accelerato. Consiglio di consumare cereali integrali – in chicco e sotto forma di derivati – e legumi, ricchi in fibre che aiutano ad abbattere il carico glicemico del pasto. Suggerite sono anche le patate, la frutta e la verdura di stagione, fonti di fibre, vitamine, minerali e antiossidanti, indispensabili per la salute ormonale. Infine, raccomando il consumo di pasti completi e bilanciati fra macronutrienti – proteine, grassi buoni, carboidrati complessi e fibre – e micronutrienti – vitamine e sali minerali. Pasti che comprendano alimenti stagionali e di qualità.
Il supporto intestinale, renale ed epatico
Una volta che gli ormoni hanno esaurito la loro attività biologica, l’organismo provvede ad espellerli dapprima attraverso un processo di detossificazione epatica e, successivamente, tramite feci e urine. Ciò significa che un’alimentazione mirata a mantenere un corretto equilibrio ormonale non potrà trascendere dal supporto intestinale, epatico e renale, favorito non solo da particolari cibi ma anche da cotture ad hoc.
Particolarmente consigliate sono le verdure amare e le crucifere: broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolo nero, verza. Per quanto riguarda la funzionalità intestinale, dieta e idratazione, su dovranno prevenire condizioni di stipsi in grado di interferire con l’eliminazione di ormoni “esausti” attraverso le feci. In secondo luogo, l’obiettivo sarà mantenere o ripristinare un microbiota intestinale sano ed eubiotico, indispensabile per un benessere psicofisico a trecentosessanta gradi.
Gli ormoni, la vitamina D e i cofattori enzimatici
Ho lasciato che fosse il dottor Carone a concludere questo interessante excursus, puntando l’attenzione sull’interazione tra determinati ormoni e i relativi processi di attivazione condotti da alcuni organi periferici: “Numerosi ormoni, come ad esempio quelli tiroidei, per esplicitare la loro azione necessitano di successivi step di attivazione a carico di organi periferici. Questi passaggi richiedono la presenza di enzimi e cofattori enzimatici, molti dei quali sono vitamine o minerali introdotti con la dieta, in particolare attraverso cereali integrali, olio evo, avocado, legumi, frutta secca a guscio, semi oleosi, pesce pescato, molluschi e crostacei, uova e carni bianche biologiche, carne rossa allevata al pascolo e ovviamente frutta e verdura di stagione.”