18 Gennaio 2021
Ultimo aggiornamento: 17 Marzo 2025

Perché coinvolgere i futuri nonni durante le terapie di fecondazione assistita?

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Ancora oggi il ricorso alla fecondazione assistita è spesso considerato un tabù, addirittura chi sceglie di avviare questo percorso tiene all’oscuro i futuri nonni per la paura di essere etichettati quali incapaci al concepimento. Sebbene sussistano ancora ostacoli legati alla scarsa conoscenza e a diverse credenze legate al passato, gli esperti suggeriscono alle coppie di avere un dialogo aperto coi genitori in merito alle difficoltà nel concepire e sulla procreazione medicalmente assistita.

Il suggerimento di coinvolgere anche i futuri nonni in questo percorso potrebbe infatti rivelarsi necessario affinché le coppie sterili e infertili, possano affrontare la ricerca della genitorialità con maggior serenità e positività.

PMA e coinvolgimento dei futuri nonni

Secondo un sondaggio condotto dalla società di ricerca Ipsos per la Fondazione Korian per l’invecchiamento di qualità, i nonni italiani sono più coinvolti nella vita familiare rispetto a quelli europei. Il 77% di loro dichiara di sentirsi ancora utile, soprattutto se può aiutare la propria famiglia nella gestione dei nipoti.

E allora per quale ragione si è portati a pensare che il dolore legato alle difficoltà nel concepire un bambino riguardi solo la coppia e non i futuri nonni? L’infertilità vissuta dai propri figli è un momento difficile anche per i genitori che soffrono nel vedere i propri figli lottare per creare una famiglia.

Nell’esperienza dei pazienti e dei medici, capita spesso che i futuri nonni non sappiano come aiutare e accompagnare la coppia nella ricerca di un figlio e rischiano di mostrarsi privi di tatto, non per cattiveria ma per mancanza di conoscenza sull’argomento. I genitori di coppie con problemi di sterilità si fanno molte domande e si sentono responsabili della problematica, si chiedono se possa essere dipesa da errori commessi da loro in passato, durante la crescita dei figli o se abbiano trasmesso geneticamente, o in qualsiasi altro modo, una problematica di infertilità o sterilità. Talvolta le nuove tecniche di procreazione medicalmente assistita possono risultare difficili da accettare per le generazioni più mature, entrando in alcuni casi in conflitto con le loro credenze. Questo è il motivo per cui molto spesso i figli fanno fatica a confidarsi con i genitori su questo argomento. 

La scelta consapevole di coinvolgere i propri genitori in un percorso di PMA

Il consiglio che spesso viene dato alla coppia è quello di prendersi del tempo per rispondere alle domande della propria famiglia di origine e di spiegare con calma le differenti possibilità a disposizione e le varie alternative. Sicuramente l’opzione più difficile da accettare sarà quella di un bambino nato grazie alla donazione di gameti, con l’entrata di geni di un’altra persone nella loro storia familiare. Bisogna lasciare ai futuri nonni il tempo per comprendere e accettare, poi il loro amore di nonni supererà anche questo ostacolo. 

Per quanto sia difficile, il consiglio che viene dato alle coppie è quello di sentirsi libere di parlare della propria infertilità all’interno del nucleo familiare per evitare che, diventando un segreto, il peso di questo problema diventi troppo grande e insormontabile.

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