11 Ottobre 2022

Capire la differenza tra ciclo mestruale e perdite da impianto

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Accade spesso che le pazienti mi chiedano quale differenza vi sia tra un normale ciclo mestruale e una perdita da impianto, così da evitare confusione tra due eventi entrambi fisiologici, per certi versi simili, ma anche profondamente diversi.

All’argomento delle perdite da impianto abbiamo dedicato un approfondimento apposito sul nostro sito web, che è possibile leggere a questo link.

In termini generali, si definisce in questo modo (oppure con il termine “spotting da impianto”) una delle principali manifestazioni di una gravidanza, sia che essa sia stata ottenuta naturalmente o attraverso un trattamento di procreazione medicalmente assistita: ci troviamo quindi di fronte a una perdita di sangue che può essere confusa con le comuni mestruazioni.

Si ritiene che le perdite da impianto interessino circa il 30% delle donne incinte, ovvero poco più di una donna su tre: si tratta quindi di un’evenienza piuttosto comune che non deve preoccupare, perché altro non è che una normale condizione innescata da un importante cambiamento fisico e psicologico.

Cos’è lo spotting da impianto

Lo spotting da impianto consiste essenzialmente in piccole perdite di sangue, di durata limitata, che si verificano a seguito del concepimento. Le perdite da impianto tendono a presentarsi generalmente dal sesto al dodicesimo giorno da questo evento e sono legate all’impianto dell’embrione nell’utero o, più nello specifico, alla stabilizzazione dell’ovocita fecondato nella mucosa uterina.

Dal momento che, in alcuni casi, lo spotting da impianto può essere associato a dolori simili a quelli del ciclo mestruale, non è inusuale confondere questi due eventi. Il colore delle perdite da impianto è però meno intenso rispetto a quello delle mestruazioni, e si attesta generalmente su una tonalità rosacea o, in alcuni casi, tendente al marrone. Più il colore delle perdite da impianto è chiaro, più è recente l’impianto dell’ovocito nella parete uterina.

Le perdite di sangue da impianto rappresentano una delle indicazioni più comuni dell’inizio di una gravidanza, e avvengono di norma qualche giorno prima dell’inizio delle mestruazioni: potrebbero quindi essere confuse con un ciclo mestruale che si presenta un po’ in anticipo.

Tra gli altri sintomi talvolta associati allo spotting da impianto figurano:

  • Lievi crampi addominali
  • Dolori o fastidi a carico dell’utero
  • Lieve aumento della temperatura

Come capire la differenza tra perdite da impianto e ciclo mestruale

È possibile imparare a distinguere le perdite di sangue da impianto dalle comuni mestruazioni o, più propriamente, dallo spotting premestruale?

Diversamente dalle perdite da impianto, quest’ultimo è il risultato di una carenza di progesterone, che nella seconda fase del ciclo tende normalmente ad aumentare. Quando si verificano casi di spotting in prossimità delle mestruazioni, significa quindi che i livelli di progesterone nell’organismo sono troppo ridotti per mantenere intatto l’endometrio: tale circostanza può essere legata allo stress, all’eccessiva stanchezza o a condizioni di malessere che, in caso di evento ripetuto, sarebbe opportuno indagare con il proprio ginecologo.

Il primo metodo per accertare se si stia verificando una perdita da impianto o un episodio di spotting premestruale consiste, come è facile intuire, nel sottoporsi a un comune test di gravidanza. Tuttavia, esistono anche altri accorgimenti che possono aiutare a chiarire questo dubbio.

Il primo è la quantità di sangue persa: nel caso dello spotting premestruale, essa è progressiva e crescente; nelle perdite da impianto, è invece molto ridotta.

Inoltre, il sangue mestruale è di color rosso vivo, mentre lo spotting da impianto tende a essere di tonalità più chiara – oltre che particolarmente acquoso, contrariamente al ciclo mestruale che è invece viscoso e denso.

Quanto durano le perdite da impianto?

Infine, anche la durata delle perdite da impianto può essere un buon indicatore per distinguerle dal ciclo mestruale: esse non si protraggono infatti per più di due o tre giorni e non superano comunque mai i cinque. 

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