10 Febbraio 2020

Come sono le perdite da impianto?

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Circa il 30% delle donne a inizio gravidanza vede la manifestazione di spotting da impianto: ecco come riconoscerli e cosa sapere su di essi

Qualsiasi donna alla ricerca di una gravidanza, sia in maniera naturale che attraverso percorsi di procreazione assistita, non può non prestare attenzione a qualsiasi possibile sintomo o segnale che evidenzi un cambiamento del proprio corpo. La gravidanza rappresenta uno stato complesso che coinvolge cambiamenti fisici ma anche psicologici, spesso differenti da donna a donna, sebbene esistano una serie di segnali che trovano una forte incidenza in molte delle future mamme.

Manifestazioni pressoché indicative che segnalano l’avvio di una gravidanza che possono presentarsi anche dopo soli sei giorni dal concepimento avvenuto. Le perdite da impianto, note anche come spotting da impianto, sono probabilmente uno dei primissimi sintomi che si presentano all’incirca nel 30% delle donne incinte. Non si tratta di nulla di allarmante, bensì una semplice condizione fisiologica condizionata da un cambiamento in fase di avvenimento all’interno dell’utero femminile.

To spot” significa macchiare, e lo spotting da impianto provoca solitamente questo, manifestandosi con perdite di sangue di minore entità rispetto alle normali mestruazioni, di limitata durata, e spesso confuse proprio con queste ultime.

PERDITE DA IMPIANTO: SONO DOLOROSE E DOPO QUANTO SI PRESENTANO DAL CONCEPIMENTO?

Le perdite da impianto solitamente, nel caso in cui si presentino, avviene tra il sesto e il dodicesimo giorno dopo l’avvenuto concepimento e non rappresentano un segnale allarmante, in quanto semplicemente correlate al corretto impianto dell’embrione nell’utero materno.

L’ovocita fecondato, dopo aver percorso le tube di Falloppio, giunge all’utero dopo circa 4 giorni, dove lo stesso si annida e si impianta saldamente alla parete uterina. Lo spotting da impianto è una conseguenza diretta del processo di nidazione, ovvero dell’ancoraggio dell’ovocita nella mucosa uterina.

Sebbene delle perdite di sangue conseguenti a una gravidanza possano essere fonte di preoccupazione, lo spotting da impianto non rappresenta in alcun modo un indice che segnala potenziali minacce di aborto, bensì un fattore prettamente fisiologico legato all’adesione dell’ovocita nell’endometrio con conseguente rottura di piccoli vasi capillari. Questo, così come eventuali residui di precedenti mestruazioni, provocano perdite di sangue simili alle mestruazioni stesse, seppure di entità minore e solitamente in anticipo rispetto al giorno in cui dovrebbe iniziare il ciclo.

Lo spotting da impianto, e le perdite stesse, potrebbero avere un colore variabile dal rosso vivo, fino a virare al rosa e al marroncino. Solitamente questa condizione può essere accompagnata da piccoli crampi e dolori a livello uterino, oltre all’aumento della temperatura basale.

QUANDO FARE IL TEST DOPO LE PERDITE DA IMPIANTO?

Per essere certi che le perdite avute siano legate all’impianto dell’ovocita alla parete uterina, non resta che fare un test di gravidanza, anche quelli acquistabili in farmacia e nei supermercati, prima di procedere alla conferma definitiva con prelievo ematico.

Il test di gravidanza, per avere esito certo, dovrebbe essere fatto a partire dal giorno in cui era previsto l’arrivo del ciclo mestruale, qui già il risultato dovrebbe garantire massima affidabilità, soprattutto in presenza di esito positivo. Difficilmente infatti anche i semplici test venduti in farmacia, presentano falsi positivi, cosa invece che potrebbe presentarsi con esito negativo ove lo stesso fosse stato eseguito troppo presto.

Nel caso in cui pertanto si sia presentata una perdita da impianto con esito del test positivo, non resterà che rivolgersi al ginecologo per una visita più approfondita, durante il quale verrà stabilita la datazione della gravidanza stessa e il periodo entro il quale probabilmente nascerà il bambino.

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