17 Ottobre 2023

Ovodonazione: pro e contro

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L’ovodonazione, termine con il quale ci si riferisce colloquialmente alla tecnica di PMA di fecondazione in vitro eterologa con ovociti di donatrice, prevede la fecondazione degli ovociti di una donatrice esterna con il seme del partner maschile. L’ovocita fecondato, trasformatosi in embrione, viene poi collocato nell’utero materno – precedentemente sottoposto a opportuna preparazione – dove continuerà il suo sviluppo.

Chiamata ICSI, questa tecnica di procreazione medicalmente assistita consiste nell’inseminazione di ogni un ovocita attraverso la micro-iniezione di uno spermatozoo al suo interno e viene suggerita in presenza di particolari condizioni:

  • Malattie genetiche o anomalie cromosomiche
  • Età avanzata della partner femminile con conseguente riduzione della riserva ovarica
  • Assenza di produzione di ovociti
  • Scarsa qualità degli ovociti della partner femminile 
  • Patologie che abbiano come controindicazione la stimolazione ovarica

Inoltre, l’ovodonazione è consigliata anche a seguito di diversi tentativi falliti di fecondazione assistita utilizzando ovociti propri. 

Quali sono i pro dell’ovodonazione?

Oltre a offrire la possibilità di ottenere una gravidanza a donne che, per particolari condizioni patologiche o a causa dell’età (e quindi dei limiti della riserva ovarica), non possono ricorrere ad altre metodiche, l’ovodonazione offre anche altri numerosi vantaggi

Tra questi vale la pena citare: 

  • Massima attenzione nella selezione delle donatrici: scelte sulla base di stringenti criteri clinici e a seguito di numerosi test che escludano la presenza di patologie fisiche e psicologiche importanti.
  • Somiglianza fenotipica: la selezione delle donatrici è orientata a raggiungere la maggiore somiglianza possibile tra le caratteristiche fisiche della donatrice e quelle della ricevente (senza contare naturalmente il ruolo giocato dall’epigenetica nell’ovodonazione)
  • Assenza di malattie genetiche: accertata in fase di selezione della donatrice, sulla base della sua anamnesi personale e/o familiare. 
  • Rapidità del trattamento: in Eugin, i tempi dell’ovodonazione sono molto contenuti. L’approvvigionamento degli ovociti avviene preventivamente, all’inizio del trattamento, e richiede solo qualche settimana, mentre il trattamento ICSI completo ha una durata di circa sei settimane. 
  • Tasso di successo elevato: in Eugin, è pari al 75% per la tecnica ICSI. 
  • Garanzia 2 blastocisti: in Eugin, è garantita la disponibilità di due blastocisti per l’esecuzione di almeno due tentativi di trasferimento embrionario così da massimizzare le chance di successo del trattamento di PMA. 

Quali sono i contro dell’ovodonazione?

I possibili rischi di sottoporsi all’ovodonazione riguardano sia la donatrice di ovociti che la donna ricevente, ossia la partner femminile della coppia.

Le potenziali controindicazioni per la donatrice di ovociti sono legate alla terapia farmacologica necessaria alla stimolazione delle ovaie che precede il prelievo di ovociti. Esse includono: 

  • Alterazioni del tono dell’umore 
  • Lieve incremento del peso corporeo
  • Lieve dolore ovarico, leggero sanguinamento e ciclo irregolare dopo il prelievo
  • Iperstimolazione ovarica

L’ultimo è senza dubbio il punto più importante. 

Va comunque da sé che tale criticità può essere ovviata impiegando protocolli farmacologici adeguati, tenendo costantemente monitorata la situazione con controlli ecografici regolari e affidando la supervisione del trattamento a personale medico correttamente formato

Si ricorda inoltre che non sono state accertate correlazioni tra donazione di ovociti e sviluppo di patologie sul lungo termine. 

Per quanto riguarda invece i possibili “contro” dell’ovodonazione per la donna ricevente, vanno menzionati in particolare: 

  • Pre-eclampsia: chiamata anche gestosi, è una patologia che può svilupparsi durante la gestazione e che si caratterizza per uno stato di ipertensione (ossia di innalzamento eccessivo della pressione sanguigna) abbinato a una condizione di proteinuria elevata (ossia una quantità significativa di proteine nelle urine).
  • Ipertensione gravidica: chiamata anche ipertensione gestazionale, è un aumento transitorio dei valori di pressione arteriosa al di sopra dei 140/90 millimetri di mercurio, misurato consecutivamente a distanza di almeno sei ore tra un controllo e l’altro.

Entrambi questi svantaggi, che interessano sia la futura madre che il bambino, potrebbero essere legati al fatto che molte donne che si sottopongono all’ovodonazione hanno un’età superiore ai quarantacinque anni, una discriminante che incrementa il rischio di insorgenza di tali condizioni. Tuttavia, è possibile che essi siano connessi anche a fattori genetici, o più specificamente all’adattamento del sistema immunitario embrionale ai geni della donna ricevente. 

In ogni caso, questi rischi possono essere significativamente ridotti con un’attenta e stringente analisi delle condizioni di salute della donna prima di intraprendere il percorso che la porterà ad ottenere la gravidanza.

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