22 Febbraio 2024

Quanti giorni di ritardo prima di fare il test di gravidanza?

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Chi è alla ricerca di un bebè considera il ritardo nella comparsa del ciclo mestruale il primo, significativo indicatore di un possibile concepimento. Tuttavia, è importante sapere dopo quanti giorni di ritardo sia opportuno fare un test di gravidanza al fine di ottenere risultati quanto più possibile attendibili.

Cominciamo col precisare che ci riferiamo, in questo caso, al test di gravidanza domestico, ossia al dispositivo medico acquistabile in qualunque farmacia senza alcuna ricetta medica. Tipicamente, si tratta di test di tipo urinario composto da una striscia reattiva impregnata di anticorpi monoclonali, che offre una risposta risultato di una reazione chimica (il marcatore che rileva il concepimento è un ormone presente nel sangue e nelle urine femminili, chiamato gonadotropina corionica umana o beta-hCG).

I test di tipo urinario sono generalmente qualitativi, ossia si limitano ad accertare l’eventuale presenza di una gravidanza senza quantificare l’ormone beta-hCG in circolo nel sangue. Solo ultimamente è stato reso disponibile in commercio un test di gravidanza domestico che, se positivo, permette di ottenere un’indicazione generale anche sulla settimana di gestazione raggiunta.

Il funzionamento dei test di gravidanza domestici è davvero molto semplice: è sufficiente urinare per alcuni secondi sullo stick fornito nella confezione o, in alternativa, raccogliere un campione di urina in un contenitore nel quale verrà poi immersa la striscia reattiva.

L’esito del test, sia esso positivo o negativo, sarà disponibile in pochi minuti (al massimo cinque) e verrà mostrato su un’apposita finestra di controllo. In caso di gravidanza, sullo stick apparirà il simbolo “+” o, in alternativa, una striscia colorata.

Quando fare il test di gravidanza domestico per avere un risultato certo?

Per quanto riguarda le tempistiche entro cui il test di gravidanza domestico può fornire un esito ragionevolmente certo, esse cambiano a seconda che il ciclo mestruale sia regolare o irregolare.

In caso di ciclo mestruale regolare (di ventotto giorni), ossia che permette un calcolo piuttosto accurato della fase di ovulazione (questa avviene di solito attorno al quattordicesimo giorno), è possibile effettuare il test già a partire dal primo giorno di ritardo. Se, al contrario, il ciclo mestruale è irregolare – ossia non consente di definire con certezza il momento dell’ovulazione – è invece suggerito attendere il quarto o quinto giorno di ritardo rispetto alla data orientativa in cui le mestruazioni avrebbero dovuto comparire.

È comunque bene sapere che questo tipo di analisi domestica è totalmente definitiva e corretta soltanto a diciannove giorni dall’ultimo rapporto sessuale non protetto.

Non ci sono invece particolari indicazioni da seguire in termini di momento della giornata.

I test di gravidanza domestici sono attendibili?

Rispetto al passato, i test di gravidanza domestici oggi in commercio sono dispositivi medici più affidabili e caratterizzati da una sensibilità marcatamente più elevata: di conseguenza, offrono risultati con un’attendibilità variabile dal 90% al 99%.

Tale variazione percentuale è legata al momento in cui si decide di sottoporsi al test: anche se abbiamo indicato il primo giorno di ritardo dalla comparsa del ciclo mestruale (in caso di mestruazioni regolari) come già utile a ottenere un responso, le possibilità che l’esito sia corretto aumentano con il passare dei giorni.

Ciò significa che, in genere, è sufficiente attenderne altri due o tre per ottenere una risposta ancora più affidabile.

Il falso positivo e il falso negativo nei test di gravidanza

Va anche considerato che i test di gravidanza domestici possono portare a un esito cosiddetto “falso positivo”, che significa che non è in corso alcuna gravidanza sebbene lo stick la indichi, o “falso negativo”, che comporta la presenza di una gestazione anche in assenza di riscontro positivo.

Un test di gravidanza falso positivo, più raro rispetto al suo opposto, può dipendere da alcuni fattori: un’infezione urinaria in corso, l’assunzione di specifici farmaci, come ad esempio i neurolettici, di cisti ovariche, tracce nelle urine o proteinuria, o da alti livelli di LH, una gonadotropina prodotta a livello ipofisario che, nella donna, stimola sia la produzione di estrogeni e progesterone sia quella di una piccola quantità di testosterone.

Al contrario, un falso negativo nel test di gravidanza può essere il risultato di un’analisi troppo precoce, di errori tecnici durante l’analisi (come ad esempio utilizzare un contenitore di raccolta per le urine in cui sono presenti tracce di sapone), di una diluzione eccessiva dell’urina (ad esempio dopo l’assunzione di diuretici o dopo aver bevuto molta acqua) o a causa dell’assunzione di farmaci come la menotropina, utilizzata per il trattamento dell’infertilità.

Risultati inattendibili (sia positivi che negativi) possono infine essere connessi all’impiego di test di gravidanza conservati scorrettamente, scaduti o semplicemente difettosi. Per tutte queste ragioni, è sempre consigliabile ripetere il test dopo qualche giorno per valutarne nuovamente l’esito.

Al fine di ottenere una risposta certa relativamente al concepimento, il test di gravidanza ematico resta ancora oggi la tecnica più affidabile e sicura, perché permette di definire in modo preciso la presenza e quantità di gonadotropina corionica nell’organismo.

L’attendibilità di questa analisi di laboratorio è infatti pari al 100%, e il test identifica accuratamente anche le settimane di gravidanza: a livello ematico, l’ormone beta-hCG aumenta infatti parallelamente all’incremento dell’attività placentare nel corso del primissimo periodo di gestazione, per poi diminuire e stabilizzarsi fino al parto.

Ritardo nelle mestruazioni: è sufficiente per fare un test di gravidanza?

La presenza di un’eventuale gravidanza porta alla comparsa di una serie di sintomi, variabili da donna a donna e persino da gestazione a gestazione. Tra questi, l’assenza di mestruazioni o un ritardo del ciclo mestruale sono senza dubbio i più conosciuti (ed evidenti).

Tuttavia, è importante non dimenticare che, nella fase iniziale della gravidanza, è possibile che si verifichi il cosiddetto spotting, ossia la perdita di piccole gocce di sangue: questo evento segnala l’impianto dell’embrione nell’utero e si verifica nella settimana che segue il concepimento.

La sottile differenza tra i sintomi che precedono le mestruazioni e quelli che indicano l’inizio di una gravidanza può generare comprensibile confusione. Spesso, la sintomatologia è così simile che chi ha timore di essere incinta spera che i segni percepiti siano associati al normale ciclo mestruale. Al contrario, chi sta cercando una gravidanza può interpretare questi sintomi come un possibile lieto annuncio.

Questa situazione ambigua può mettere la donna in una condizione di stress e ansia significativa, fattori che possono addirittura ritardare l’arrivo delle mestruazioni per diversi giorni. Pertanto, è fondamentale rimanere vigili rispetto ai segnali inviati dal corpo e, ancor più importante, saperli interpretare correttamente.

In caso di dubbio, è sempre suggerito rivolgersi al proprio medico per ottenere indicazioni precise in merito alle azioni da compiere.

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